RITENTA, SARAI PIU’ FORTUNATO! (su “Inside out” di Pete Docter)
Ipse dixit: <<Non credo stiano elevando il genere ad una forma d’arte. Penso che Batman resti un tizio che corre in giro con uno stupido mantello>>. Per quanto ci si possa sforzare, per quanto si possano avere i migliori propositi realizzativi, un buon regista deve pur sempre fare i conti con dei sanissimi e salvifici stereotipi cinematografici. E se ad illuminarci a riguardo è il miglior regista vivente, ossia David Cronenberg, l’opinione trova un precedente illustre. Il maestro canadese parlava in quella famosa intervista...
leggi tuttoCARATTERISTI ANONIMI (omaggio a Philip Seymour Hoffman)
Storie dentro altre storie. Storie dietro altre storie. E questo sembra fare il cinema. Raccontare qualcosa e adombrare realtà altre e stranianti, a volte inaspettate. Scatole cinesi insomma, scrutabili fino ad un certo punto e tanto atroci e sconcertanti da non poter essere sfiorate per paura che qualcosa sia svelato sotto il segno dello scalpore. È il tormento del cinema. Ma ne è pure l’estasi, perché sottacere certi aspetti della vita privata di un attore è l’unico modo per credere realmente che quegli individui che interpretano personaggi...
leggi tuttoLA FUGA DI ULISSE (su “Suburra” di Stefano Sollima)
“Roma non fu fatta di certo in un solo giorno”. Ma ciò che questo film lascia intendere è che basti un solo giorno, anzi una sola lugubre notte, per farla crollare in un informe cumulo di macerie. Si badi bene: Suburra, il film di cui stiamo parlando oggi, non può e non deve essere un argomento in più che possa corroborare le già fragili e demagogiche tesi di qualche partituccio nordista che inveisce quotidianamente contro Roma ladrona. Perché è un film che narra del tragico e indecoroso tonfo non tanto di Roma o dell’Italia tutta, ma...
leggi tuttoRISCHIO RETROCESSIONE (su “Youth” di Paolo Sorrentino)
Youth. <<E ‘sti cazzi!>>, verrebbe da sbraitare. Perché seguendo una nota e mordace lezione di Enzo Castellari (autore di film cult poliziotteschi e western anni ’70 e ’80), il successo di un film parte già dalla reazione del pubblico al titolo. Se quest’ultimo viene accolto con un roboante <<Me’ coglioni!>>, allora vorrà dire che sarà gradito tanto da consentire una vasta fruizione del film. In caso contrario, be’… si vada alla reazione di cui sopra. E questa dialettica e romanesca corrispondenza verbale di un più o...
leggi tuttoLE SIRENE DEI TRENTA
Suggestioni di metamorfosi. O, più verosimilmente, sosia da controfigura che assumono pensieri altri. Ma la verità è un’altra: l’agnello combattivo, integerrimo e socialmente impavido si sfianca moralmente sempre più, divenendo leone squattrinato, balordo, miserabile. Gli stati uniti d’america sono il male dell’umanità, il bene delle sue tasche; aggiungiamo che più si perde umanità, più si riempiono le tasche (o viceversa); concludiamo sillogisticamente che se ci si vuol (s)vendere a qualcuno, il miglior acquirente è l’america, il leone per...
leggi tuttoIL BIASIMO DELLA CULTURA (su “American Psycho” di Mary Harron)
Povero Pindaro! A volte si affibbiano a personaggi molto raccomandabili antonomasie fuori luogo. I suoi apparentemente incoerenti balzi testuali erano semplicemente frutto, come appurato dalla onniveggente filologia, della concezione di coerenza testuale e intratestuale diversa, a quei tempi, dai giorni nostri. E proviamo per un attimo ad assumere il punto di vista del nostro povero Pindaro e volare da un contesto cinematografico all’altro. Contesti legati tuttavia da un filo rosso comune, tematico, referenziale. Che sembrano non collimare a...
leggi tuttoL’IMPREVEDIBILE APONIA DELL’OLTREUOMO (su “Birdman” di Iñáritu)
Maledette libere associazioni! Freud non ci aveva mica avvertito delle controindicazioni. Perché esse sembrano vertere sempre su luoghi comuni categorizzati sommariamente. Ad un termine, ad un evento viene sempre associato ciò che più dovrebbe essere oggetto di oblio. Se il nostro psicanalista, per esempio, pronunciasse la parola Birdman, noi risponderemmo, come fosse un flusso inconscio e senza esitazione, con la parola Oscar. Che mortificazione, per quest’ottimo lungometraggio firmato Iñáritu. Perché ciò che proprio non gli si dovrebbe...
leggi tuttoLE SCARPE DEL DIAVOLO (su “American sniper” di Eastwood)
Chiamasi inflazione quel crollo più o meno vertiginoso del valore di qualsivoglia oggetto perché troppo presente nel proprio circuito di riferimento e di dominio. E non solo moneta e beni commerciali possono soffrire di inflazionite acuta, ma persino idee, messaggi, conflitti (ideologici o bellici che siano), mezzi di comunicazione, culture, arti. E proprio nel calderone del detto, ridetto, trito, ritrito e rigurgitato già abbastanza mescoliamo anche noi la stessa minestra che le televisioni di tutto il mondo ci hanno servito quotidianamente...
leggi tuttoVIZI DI FORMA (su “Interstellar” di Nolan)
L’approdo della fantascienza deve essere il realismo, non altra fantascienza! (Il Cinema Marconi) Rifacimenti blasfemi, riferimenti quanto meno indegni. Ciò cui si assiste in questi giorni nei cinema è un inno al furore mediatico, al delirio di onnipotenza di registi massimalisti spacciatisi come autori d’eccezione, alle maxi produzioni bene investite, ai kolossal impegnati. Macché! Tutto solo somministrato come tale nella giungla vietnamita del cinema a stelle e strisce. Che strumentalizza registi comunque capaci, sia chiaro, i...
leggi tuttoLA RIVOLTA DI ABELE (su “Solo Dio perdona” di Refn)
A ritroso. Quasi dissacrando l’idea stessa di cinema. Ma almeno con molta poca ipocrisia conoscitiva. Perché è chiaro che in un’epoca di inflazione di offerta artistica, estetica, informativa, trovare qualcosa di reale valore è davvero arduo. Soprattutto per via dell’ammasso informe di monnezza che ci troviamo davanti. Ma a volte sembra ergersi, sul monte solitario chiamato “cinema d’autore”, qualche opera insolita per modalità propositiva, unica per realizzazione. E magari non si tratta che dell’ultima fatica di un regista di vero talento,...
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